Le novità tecnologiche più interessanti (e curiose) presentate al CES 2018

Il CES (acronimo di Consumer Electronics Show) ha effettuato il giro di boa dei 50 anni, e oggi a Las Vegas si apre la cinquantunesima edizione della fiera di elettronica di consumo più importante del mondo, ospitata per la quarantesima volta nella città degli eccessi del Nevada. Il 2018 sembra l’anno delle super tv, con schermi anche a 8K, e fa sorridere che proprio cinquant’anni fa la protagonista della fiera era uno schermo da 1,5 pollici di Panasonic. Non è cambiato, però, l’idea alla base del CES: uno sguardo verso il futuro e la creazione di una domanda tecnologica del tutto nuova, in grado di mettere a nudo nuovi bisogni. Ecco una rassegna dei prodotti e delle idee più affascinanti presentate durante la fiera.

Mentre tutti presentano la nuova gamma di pannelli ad altissima risoluzione, c’è che prova a immaginare davvero la tv del futuro. LG ha presentato il primo prototipo di schermo arrotolabile: un pannello OLED di 65 pollici in grado di scomparire completamente: la TV OLED in questione ha uno spessore simile a quello di un foglio di carta e la tecnologia che consente al pannello di poter essere arrotolato è contenuta all’interno di un supporto che ricorda una soundbar.

Samsung, invece, ha immaginato una tv del futuro come se fosse una parete gigante: l’azienda coreana ha annunciato infatti “The Wall”, il primo televisore modulare al mondo da 146 pollici, che usa la tecnologia MicroLED, senza illuminazione posteriore e con la possibilità di unire tra loro i moduli per creare un pannello delle dimensioni desiderate. Sony, invece, ha scelto la forza bruta, presentando il prototipo di un TV 8k Full LED con una luminosità di picco di 10mila nits, il massimo previsto dalle specifiche HDR, messo in funzione con il processore X1 Ultimate. Il risultato, a detta dei presenti, è abbagliante e sconvolgente per resa cromatica e profondità di colori. A proposito di HDR, a cui bisogna ancora abituarsi, molti dei pannelli presentati al CES 2018 presentano la dicitura HDR10+, ovvero un protocollo aperto sviluppata congiuntamente da 20th Century Fox, Panasonic e Samsung che permette ai creatori di contenuti di regolare la luminosità in maniera dinamica scena per scena, al momento supportato già da Amazon Prime Video. E come complemento d’arredo per una tv del futuro, serve ovviamente anche un divano adeguato: lo smart sofa dell’azienda francese Miliboo ha esattamente quello che serve, visto che prevede un alloggiamento per il tablet (che ovviamente si ricarica), un software per interfacciarsi con tutti i dispositivi smart home per avere il controllo assoluto della casa, e addirittura la possibilità di trackare le abitudini da divano dell’utente.

Sempre in termini di smart home, Elgato ha presentato alla fiera due novità che si integrano con il sistema HomeKit di Apple: Eve Button ed Eve Room, i cui nomi richiamano subito il robottino green di Wall-E di Pixar. Button (49 dollari) è un pulsante smart in grado di controllare l’illuminazione e la filodiffusione in casa attraverso alcune gesture senza aver bisogno dello smartphone; Eve Room (99 dollari), che nel design ricorda comunque il “pulsante” intelligente, è un dispositivo in grado di tracciare la qualità dell’aria all’interno di un ambiente misurando fattori come i composti organici volatili (VOCC), la temperatura e l’umidità. È equipaggiato con un ampio display con tecnologia e-ink a basso consumo, in grado di visualizzare con delle semplici icone le misurazioni dell’ambiente, sempre indipendentemente dallo smartphone.

Chi invece al salotto preferisce il movimento, dovrà tenere d’occhio Electron Wheel. Si tratta di una soluzione che consente di dotare qualsiasi bicicletta di pedalata assistita. È, di fatto, una ruota anteriore che si sostituisce a quella classica, e ha la peculiarità di avere al suo interno un motore, sensori smart e una batteria (400 watt) per cominciare a pedalare senza sforzi. Tra l’altro è compatibile sia con iOS e Android, e può essere comandata tramite smartphone con comandi vocali. L’Electron Wheel può essere installata sulla maggior parte delle bici con freni a cerchione, raggiunge la velocità massima di 25 km/h circa e rispetta le normative europee. Il tempo di carica rapida della batteria è di 2 ore, mentre l’autonomia è di 50 km, mentre il costo è di circa 800 dollari, che è comunque meno di una bicicletta elettrica.

Costa ben di più la Panasonic Lumix GH5s (2500 euro), una fotocamera mirrorless full frame pensata principalmente per i video. Grazie ai suoi soli 10 Megapixel, infatti, può essere ipersensibile alla luce, e lavorare benissimo anche in condizioni di luce scarsa. Certo, per le fotografie una risoluzione così bassa può essere un problema (ma è sufficiente per le foto di tutti i giorni), ed è per questo che la GH5 classica rimarrà sugli scaffali. Chi invece ama il videomaking troverà nella nuova arrivata di casa Panasonic una compagna ideale, visto che è capace di registrare immagini fino al 4K cinematografico, senza compromessi riguardo la compressione video, con una variabilità di formati interessantissima (supporta anche il 17:9), e il pieno supporto dell’HDR già “in macchina”.

La tecnologia al limite è protagonista anche nel caso dei mini PC “NUC”, di Intel. Grazie alla nuova tecnologia grafica Radeon RX Vega M oltre ad avere un form factor “da console”, i piccoli computer desktop promettono prestazioni interessanti, con il modello di punta (999 dollari) che si può fregiare di specifiche in grado di supportare pienamente la realtà virtuale e i giochi di ultima generazione. A proposito di VR, HTC ha presentato il suo visore Vive in versione Pro, dotato di un’ergonomia rinnovata, che garantisce più comfort di utilizzo e un minor peso complessivo. Il Vive Pro è dotato anche di cuffie con amplificatore incorporato e, più in generale, per una qualità visiva sensibilmente migliorata, con una risoluzione dei display OLED, che passano ora ai più definiti 2880 x 1600px (1400 x 1600 per occhio con una densità di 615 ppi) contro i precedenti 2160 x 1200px (1080 x 1200 per occhio), segnando un aumento del 78 percento. Per completare la panoramica sul mondo del computer, Nvidia, insieme con Asus, Acer e HP, ha annunciato il lancio (entro l’estate) di monitor PC da 65 pollici con risoluzione 4K, HDR, refresh rate a 120Hz e servizi Nvidia Shield integrati.

Ma al CES 2018 ce n’è davvero per tutti i gusti, dal kit di assistenza ai gatti, Catspad, in grado di gestire la sua alimentazione per circa un mese grazie all’ausilio di un’app e di un tablet, a Reliefband, un braccialetto smart che promette di sconfiggere ogni tipo di nausea. Dalla Corea del Sud, invece, arriva Mars, un auricolare in-ear (come gli Air Pod) che promette di essere, o quantomeno di poter diventare, un traduttore universale (ma che al momento funziona solo dal coreano all’inglese e viceversa).

È arrivata Xbox One X: la console più potente di tutte è anche per tutti?

Oggi è il giorno di Xbox One X, la nuova console di Microsoft in vendita al prezzo di 499 euro e che va ad affiancarsi (e non sostituire) Xbox One S in una maniera simile, ma molto più decisa e tecnologicamente avanzata, al modo in cui Sony ha affiancato PlayStation 4 Pro al modello base. Insomma, una console premium, dedicata ai giocatori più esigenti e agli appassionati di tecnologia.

Xbox One X è assolutamente la console più potente presente sul mercato, e la scelta di Phil Spencer, capo della divisione Xbox di Microsoft, è l’ennesimo passo verso il videogioco e lontano dai sogni di intermedialità degli anni passati. Affrancata dai desideri di diventare un elettrodomestico da salotto, Xbox One X, dopo i PC dedicati al gaming, è il miglior strumento tecnologico possibile su cui giocare i titoli di grido: da Assassin’s Creed Origins a Call of Duty WWII, passando per Forza Motorsport 7, la nuova console di Microsoft è un piccolo gioiello di tecnologia, e con 499 euro porta davvero il gaming 4K in salotto. Oltre a una superiorità dal punto di vista delle prestazioni di ogni singolo componente – Xbox One X ha un processore più veloce, una scheda grafica più potente rispetto al modello base e a PS4 Pro – il dato saliente è relativo a una parola che tanto è andata di moda negli ultimi mesi: i Teraflop. Una parola composta da Tera, che sta per dieci elevato alla dodici, e dunque indica mille miliardi, di Flop, ovvero FLoating point Operations, cioè le operazioni a virgola mobile che un certo hardware è in grado di eseguire in un secondo. In pratica, un teraflop indica la capacità di un GPU e CPU di eseguire mille miliardi di operazioni in virgola mobile in un secondo. Le floating operation determinano il calcolo della posizione degli elementi che compongono l’immagine finale sullo schermo, dunque più flop vengono eseguiti in un secondo più il dispositivo è in grado di generare immagini ricche di dettagli ed elementi, oltre che di farlo più velocemente. Insomma, il numero di Teraflop indica la forza bruta a disposizione per portare sullo schermo grafica più nitida, fluida e definita. Al momento la “classifica” vede 1,8 Teraflop di potenza per la PS4, 1,4 per la One S, 4,2 per la PS4 Pro e ben 6 per la Xbox One X. Alla potenza, Xbox One X include un design sobrio, dimensioni ridotte rispetto a Xbox One S e una rumorosità inferiore.

Se dal punto di vista tecnologico non ci sono rivali, all’atto pratico quest’enorme potenza supplementare non è erogata sempre al massimo, o comunque non genera, a oggi, una differenza sempre determinante una volta lanciato il gioco. È innegabile che Assassin’s Creed Origins sia più bello da vedere su Xbox One X rispetto alla versione che gira su PlayStation 4 Pro, ma è anche vero che al netto di un frame rate (ovvero il numero di immagini riprodotte ogni secondo, che determina la fluidità del movimento) più stabile, per notare l’effettivo scarto c’è bisogno di avere un televisore adeguato, che supporti il 4K e l’HDR, e magari anche un impianto sonoro che sfrutti l’audio spaziale Dolby Atmos, vera chicca per gli audiofili, che saranno immersi completamente nel mondo di gioco. Per chi ha un salotto high-end, infatti, Xbox One X può essere sicuramente una soluzione ideale per sfruttare i propri dispositivi di ultima generazione, ma partendo da zero il costo totale di ingresso nel mondo del gaming 4K più accessibile è comunque molto elevato. La trasparenza con cui Microsoft assicura il miglioramento di tutti i giochi in catalogo (rispetto alle patch un po’ “grigie” di PS4 Pro) con le nuove caratteristiche hardware e la retrocompatibilità con Xbox 360 potrebbero rendere Xbox One X un investimento per chi oggi vuole comprare una console, ma considerando che tutti i giochi futuri saranno compatibili anche con Xbox One S, chi è felice con un televisore Full HD potrebbe serenamente decidere di non effettuare il cambio inter generazionale di console. I miglioramenti di Xboxe One X a una risoluzione a 1080p sono chiaramente meno percepibili, e restano più che altro i vantaggi collaterali, come la silenziosità e una rapidità supplementare dei caricamenti.

L’altra incognita restano sicuramente le scorie della politica software scellerata di Microsoft degli ultimi anni, che ha visto l’azienda di Redmond investire sempre meno in studi di sviluppo in grado di supportarla adeguatamente dal punto di vista dei giochi. Se, dunque, PlayStation 4 oggi può contare su titoli come Uncharted, The Last Guardian, Gran Turismo Sport e nei prossimi mesi su giochi come Detroit: Become Human, God of War e The Last of Us 2, per citare quelli più importanti, Xbox One X di grande richiamo ha soltanto Forza Motorsport 7 (giocabile anche su PC) e una promessa di investire, nel prossimo futuro, su team di sviluppo. Il rischio di Xbox One X è quello di essere un oggetto tecnologico meraviglioso, ma dallo scarso appeal dal punto di vista del mercato di massa, nonostante sia la miglior console per far girare i titoli multipiattaforma (ovvero quelli che escono sia per Xbox One che per PlayStation 4 che per PC, come FIFA 18, Call of Duty WWII o Assassin’s Creed Origins). Se a questo aggiungiamo che spesso i giochi, ottimizzati comunque anche per i modelli base di console, per essere giocati in 4K richiedono corposi aggiornamenti da scaricare, si unisce anche la necessità di avere una connessione a internet prestante, magari cablata, per effettuare tutti gli update in backround, per non essere costretti ad aspettare eoni prima di poter giocare. Insomma, nonostante sia superiore alla concorrenza dal punto di vista prettamente tecnico, non è detto che Xbox One X sia una console adatta a tutti, e proprio come nel caso di PlayStation 4 Pro, l’investimento di 499 euro (contro i 219 di Xbox One S, i 249 di PlayStation 4 e i 364 di PlayStation 4 Pro) va valutato attentamente in base al proprio interesse riguardo le esclusive di Sony (e la corrispettiva carenza, a oggi, di equivalenti su console Microsoft), ai propri gusti in termini di gioco, il possesso o meno di una console e, soprattutto, la propria dotazione TV e impianto sonoro.

The Last of Us Part II, Spider-Man e tutte le novità di PlayStation alla Paris Games Week

La conferenza di Sony PlayStation alla Games Week Paris non ha deluso le aspettative. Il colosso nipponico, in un’ora serratissima di trailer e poche parole ha mostrato le prossime novità che arriveranno su PlayStation 4. Fra titoli in esclusiva, diversi contenuti in anteprima per giochi multipiattaforma e un occhio di riguardo per la VR, il parco titoli della console Sony si conferma adatto a tutte le esigenze dei videogiocatori, e la presentazione ha seguito il canone solito degli ultimi media briefing: una grandissima attenzione alla scenografia, con proiezioni arricchite da effetti in tempo reale e, soprattutto, un grandissimo gusto nella scelta dei trailer, orchestrati per mostrare sempre il lato più emotivo dei giochi in arrivo sulla console. Certo, purtroppo l’altra abitudine consolidata di Sony è quella di non divulgare le date d’uscita, ma non sono mancate sorprese anche in questo senso. Ecco una carrellata dei giochi più interessanti.

The Last of Us – Part II

Il piatto forte di Naughty Dog (creatori anche di Uncharted) è arrivato alla fine: un trailer crudo, brutale e violento ci riporta nel mondo apocalittico di The Last of Us, dove una oramai cresciuta Ellie dovrà fronteggiare nuove, terribili, minacce. Colpisce la grafica, praticamente fotorealistica, e il tono cupo e angosciante del racconto, per quello che, con buona probabilità, sarà un nuovo capolavoro di narrazione e gameplay avventuroso.

God of War

L’altro pezzo forte di Sony per l’inizio del 2018 è sicuramente God of War, il nuovo capitolo delle avventure di Kratos, in compagnia del figlio Atreus, nel profondo nord di un’ambientazione che si rifà alla mitologia norrena. Il gameplay sembra decisamente evoluto rispetto al passato, con un interessante mix di azione, combattimenti spettacolari ed esplorazione.

Detroit: Become Human

Il prossimo gioco di Quantic Dream (Heavy Rain, Beyond: Due Anime), in arrivo durante la primavera del 2018, si svela in un nuovo trailer che mostra Kara, interpretata da Valorie Curry (The Following) l’ultimo dei personaggi giocabili. Nella nuova avventura creata dallo studio di David Cage, si potranno impersonare tre androidi alla ricerca del proprio posto del in una Detroit del prossimo futuro. Il gameplay, similmente ai precedenti giochi della software house, unirà esplorazione in terza persona a una serie incredibile di scelte che potranno cambiare le sorti dell’avventura e portare a tantissimi epiloghi diversi.

Ghost of Tsushima

Grande sorpresa della conferenza, Ghost of Tsushima è il nuovo gioco di Sucker Punch (inFamous) in esclusiva per PS4, ambientato nell’antico Giappone feudale del periodo Edo. Dal trailer non si capisce bene se sarà un titolo più improntato all’azione o all’agire nell’ombra, fatto sta che sarà bene affilare la katana.

Marvel’s Spider-Man

Non poteva mancare neanche il nuovo trailer di Marvel’s Spider-Man, titolo di Insomniac Games in esclusiva PS4 in arrivo nel corso del 2018 dedicato all’Uomo Ragno. Nel nuovo trailer emerge qualche nuovo dettaglio sulla trama, ma soprattutto spuntano Mary Jane e quello che potrebbe essere il villain principale: Mr. Negative.

Shadow of the Colossus

L’edizione rimasterizzata del capolavoro di Fumito Ueda si mostra in tutta la sua rinnovata bellezza grazie a un trailer che ripercorre le principali ambientazioni. Il gioco, uscito originariamente su PlayStation 2 nel 2005 (e ripubblicato in HD su PS3 nel 2011), arriverà nel corso 2018 sull’ultima console Sony.

Concrete Genie

Arriva in punta di piedi, ma potrebbe essere una splendida sorpresa. Concrete Genie di PixelOpus promette di parlare di bullismo attraverso l’emozionante avventura di Ash, che prova a fuggire dalle vessazioni attraverso incantevoli disegni.

Oure

Altra sorpresa, Oure è già disponibile sul PlayStation Store, ed è un’interessante avventura indipendente creata da Heavy Spectrum. Il titolo mette i giocatori nei panni di un bambino con un’abilità speciale: quella di trasformarsi in un drago e solcare i cieli alla scoperta dei segreti che celano i misteriosi Titani che li popolano.

Onrush

L’estate 2018 di Codemasters sarà a base di corse arcade a tutta velocità, tra acrobazie con automobile, dune buggy e motociclette. Poco realismo, ma tanta adrenalina, per un titolo che promette una tantissima velocità.

Tra le altre novità, spiccano gli annunci dei titoli VR Megalith, Blood & Truth, Bow to Blood, e Stifled e i nuovi trailer anche per i già noti Moss e Star Child. Interessante anche Erica, un gioco che sfrutta la piattaforma Play Link. Durante il pre-show ci sono stati, invece, tutti gli annunci “minori”, come Guacamelee 2, seguito dell’apprezzato titolo di Drinkbox Studios che ci mette nei panni di eccentrici luchadores. Proseguendo, è arrivato poi l’annuncio di The Gardens Between e di The Hong Kong Massacre, il cui stile sembra ispirato a quello di Hotline Miami. In seguito, sono arrivati i trailer inediti di LocoRoco 2 Remastered, The Sims 4, Not a Hero, l’espansione gratuita di Resident Evil 7, Final Fantasy XV: Episode Ignis e di Tennis World Tour, nuovo titolo tennistico di Bigben Interactive in arrivo in esclusiva temporale su PS4. Per concludere, annunciati anche i DLC in esclusiva temporale per Destiny 2 e Call of Duty – WWII, oltre che la beta mondiale di Monster Hunter World, che in esclusiva su PS4 potrà contare come personaggio extra Aloy di Horizon: Zero Dawn, il cui DLC arriverà a giorni, come ha ricordato un bellissimo trailer.

Per rivivere tutte le emozioni della conferenza, ecco per intero pre-show e media briefing:

Gli smartphone ancora più smart di Huawei: Mate 10 disponibili a partire da novembre

Huawei ha presentato a Monaco di Baviera la nuova linea Mate 10, in arrivo a novembre in Europa esclusivamente nella sua versione Pro, anche in variante Porsche Design, al prezzo di 849 euro. La parola chiave della nuova linea di smartphone dell’azienda cinese è “intelligenza”: nel design, che segue la tendenza a far sparire le cornici a favore dello schermo, ma anche dal punto di vista delle capacità, grazie alla presenza di un coprocessore neuronale in grado di rendere ancora più smart il dispositivo.

Il Mate 10 Pro si presenta dunque con un elegantissimo schermo AMOLED da 6″ con formato 18:9 e risoluzione FHD+ (2160×1080) curvato leggermente sul bordo che garantisce un ottimo campo visivo e lascia soltanto due sottili cornici nere sui lati, poco invasive. Il cuore del dispositivo è rappresentato, però, dal processore Kirin 970, che ospita una Neural Processing Unit in grado di velocizzare tutte le funzioni che possono beneficiare del machine learning, come riconoscimento vocale, analisi delle immagini, o la traduzione. In questo caso specifico, per esempio, con la fotocamera del Mate 10 si può inquadrare un testo e ottenere la traduzione in tempo reale, in AR, il tutto offline, senza bisogno di connettersi alla rete. Le funzioni che sfruttano l’intelligenza artificiale, però, hanno chiaramente la necessità di registrare molti dati sensibili, anche per adattarsi alle abitudini di chi usa il telefono. Grazie alla potenza del processore Kirin 970, il Mate 10 Pro elabora i dati sempre all’interno del dispositivo, senza mai avere bisogno del supporto remoto, il che si traduce in maggiore sicurezza e una velocità di calcolo ancora maggiore. Sul fronte dell’usabilità, due le scelte importanti compiute di Huwaei in nome della praticità per quanto riguarda il modello Pro: lo spostamento sul retro del velocissimo sensore per il riconoscimento delle impronte digitali, e l’assenza del jack da 3,5mm per le cuffie, sostituito da un solo e unico ingresso USB-C. Manca, invece, la funzione di ricarica rapida, nonostante il retro in vetro. Al suo posto, però, i Mate 10 sono pienamente compatibili con il sistema proprietario di SuperCharge di Huawei, e la sua notevole batteria da 4000 mAh (20 ore di riproduzione video, 30 ore di chiamate o 20 ore di navigazione online) potrà essere ricaricata completamente nel giro di un’ora e mezza e di circa il 60% in soli trenta minuti.

Continua, inoltre, il sodalizio tra l’azienda cinese e Leica per ciò che concerne il comparto fotografico, composto ancora una volta da una doppia fotocamera posteriore, una da 20MP in bianco e nero, e una con sensore a colori da 12 MP, entrambe con ottiche ad apertura di diaframma a f/1,6 (ovvero molto luminose), che dovrebbero confermare e migliorare ulteriormente la già altissima qualità degli scatti realizzati con il Mate. Il coprocessore neurale entrerà in gioco anche durante il processo di acquisizione delle immagini, analizzando l’ambiente circostante in tempo reale, riconoscendo ben 13 tipologie di oggetti e scenari per applicare automaticamente le migliori regolazioni possibili per ottenere fotografie equilibrate.

Mate 10 e Mate 10 Pro potranno entrambi contare sull’ultima release di Android, ovvero la versione 8.0 Oreo, in combinazione con la personalizzazione EMUI di Huawei, che arriva invece alla versione. Tra le novità, ovviamente, ci sono una serie di specifiche necessarie a ottimizzare l’uso dell’intelligenza artificiale, ma ci sono novità anche dal punto di vista dell’interfaccia: con il floating dock, infatti, sarà possibile sistemare ovunque sullo schermo i comandi Android.

Come già detto in apertura, il Mate 10 Pro per adesso sarà l’unico modello ad arrivare in Italia. Sarà disponibile da metà novembre in due colori: grigio e blu (con la versione mocha arriverà più avanti). Unica la versione di Mate 10 Pro disponibile, con memoria da 128GB e 6GB di RAM, venduta al prezzo di 849 euro,  alto, ma comunque inferiore alla diretta concorrenza, rappresentata da iPhone X e Samsung Galaxy Note 8. Più cara sarà la versione Porsche Design, completamente nera, che costerà 1395 euro. Tutti gli ordini effettuati fino al 15 novembre includono nel prezzo lo Smart Writing Set firmato Moleskine, composto da Paper Tablet, Smart Pen e la custodia coordinata.

Specifiche Tecniche

Huawei Mate 10 Pro:

  • AMOLED da 6”, QHD con fattore di forma 18:9
  • Processore Kirin 970 con NPU
  • 6GB di RAM
  • 128GB di memoria (non espandibile)
  • Batteria da 4000mAh con SuperCharge
  • Fotocamera posteriore doppia: 20MP bianco e nero + 12MP a colori, entrambe con apertura f/1.6
  • Fotocamera frontale da 8MP, f/2.0
  • EMUI 6.0 / Android 8.0 Oreo
  • Connettività con modem Cat.16, fino a 1,2 Gbps

Huawei Mate 10 (non disponibile in Italia):

  • LCD da 5,9”, QHD (2560 x 1440)
  • Processore Kirin 970 con NPU
  • 4GB di RAM
  • 64GB di memoria (espandibile con micro SD)
  • Batteria da 4000mAh con SuperCharge
  • Fotocamera posteriore doppia: 20MP bianco e nero + 12MP a colori, entrambe con apertura f/1.6
  • Fotocamera frontale da 8MP, f/2.0
  • EMUI 6.0 / Android 8.0 Oreo
  • Connettività con modem Cat.16, fino a 1 Gbps

Milan Games Week: al via a Fiera Milano Rho il weekend dedicato ai videogiochi

Al via domani Milan Games Week, il più grande e importante evento italiano esclusivamente dedicato ai videogiochi, che si terrà fino a domenica primo ottobre a Fiera Milano Rho. Oltre 150 mila persone previste da AESVI, l’associazione italiana che rappresenta l’industria dei videogiochi nel nostro paese, e Campus Fandango Club, azienda che cura l’organizzazione dell’evento, per la settima edizione dell’evento, la prima nel complesso di Rho, guadagnando tantissimo spazio a uso e consumo dei visitatori. Ad accoglierli ci sarà un’area di oltre 35mila metri quadri, dove potranno provare le anteprime più attese, da Gran Turismo Sport, fino a Super Mario Odissey, passando per Assassin’s Creed Origins, La Terra di Mezzo: l’Ombra della Guerra, ma anche toccare con mano i migliori prodotti usciti negli ultimi mesi. I più nostalgici, invece, potranno divertirsi con i titoli “storici” nell’area retrogaming, incontrare ospiti d’eccezione e leggende dell’universo videoludico, portare i più piccoli nella zona “junior” per giocare e divertirsi in un ambiente a misura di bambino.

Tantissimo lo spazio dedicato agli esport in questa edizione, per un fenomeno sempre più diffuso anche nel nostro paese, che inizia a trovare spazio anche su palcoscenici importanti come quello della fiera milanese. Per questo motivo a Milan Games Week ci sarà un vero e proprio villaggio dedicato al mondo degli sport elettronici. Il movimento dell’eSport italiano sta scalando le classifiche in termini di numero di giocatori professionisti, audience, attori coinvolti e risorse, e si sta avvicinando ad altri Paesi dove il fenomeno è già affermato. Gli eventi esports nel mondo richiamano migliaia di visitatori attirando appassionati, curiosi, aziende e sponsor. Per l’occasione, all’interno dei padiglioni di Fiera Milano Rho verrà appositamente allestita la Personal Gamer Arena, uno spazio che potrà ospitare più di 900 spettatori. L’impostazione della PG Arena è stata pensata per assistere a un vero e proprio show di puro intrattenimento e mettere i fan al centro della scena, sul modello degli eventi sportivi in stile NBA. Ogni giornata di MGW ospiterà le fasi finali di diversi tornei e nella PG Arena andranno in scena tornei di Call Of Duty: Infinte Warfare, Overwatch e League Of Legends. Si aggiungono inoltre il Tekken World Tour e le finalissime dell’Intesa Sanpaolo E-Football Cup e tanto altro.

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Quest’anno, però, è stato anche un anno importante per l’industria dei videogiochi nazionale, con titoli come Mario + Rabbids Kingdom Battle, sviluppato da Ubisoft Milano, e Last Day of June, di Ovosonico, che hanno conquistato critica e pubblico di di tutto il mondo, e a Milan Games Week saranno dunque presenti sia Davide Soliani e Massimo Guarini, rispettivi creative director dei due giochi, fra i tanti ospiti che animeranno la fiera nel corso dei tre giorni. Questi due titoli sono soltanto la punta di un iceberg di una scena italiana sempre più viva, adeguatamente rappresentata alla Games Week grazie al padiglione dedicati ai giochi indipendenti. Nella line-up presente a Milan Games Week Indie sarà possibile provare titoli sviluppati per ogni piattaforma disponibile sul mercato, dalle console ai PC, dai dispositivi mobile a quelli di realtà virtuale. Titoli d’azione, di avventura, platform, puzzle, strategici, simulativi, punta&clicca, sparatutto e horror animeranno per i tre giorni di evento gli schermi che illumineranno lo stand Indie, offrendo un divertimento quanto mai vario e capace di venire incontro ai gusti dei videogiocatori. Il tutto arricchito dalla possibilità di poter incontrare e parlare di persona con gli sviluppatori presenti. Sarà presente in Milan Games Week Indie anche un Indie Shop da cui poter acquistare i videogiochi degli studi di sviluppo partecipanti in formato sia fisico che digitale e merchandising abbinato.

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Tanti anche gli ospiti internazionali, a partire dal padrino ufficiale dell’evento, ovvero Tim Schafer, Presidente e CEO di Double Fine Productions, che inaugurerà la Milan Games Week 2017 nella sua prima apparizione pubblica in Italia. Venerdì 29 settembre alle 10.30 sarà infatti protagonista di un dibattito sulla sua carriera al Centro Congressi in Sala Gemini della Milan Games Week Conference. Nella sua straordinaria esperienza nel settore Schafer è stato Project Leader in LucasArts, per poi contribuire alla realizzazione di giochi emblematici come Day of the Tentacle e dato il suo supporto come sceneggiatore e assistant designer su The Secret of Monkey Island 1 & 2. Con Double Fine, oltre ad aver rimasterizzato vecchi capolavori come Grim Fandango e proprio Day of the Tentacle, ha sviluppato titoli di successo come Broken Age, una splendida avventura in due parti, The Cave, un’avventura di stampo classico creata con Ron Gilbert (ex LucasArts e autore di Monkey Island, Zack McKracken e del recentissimo e bellissimo Thimbleweed Park) e Brütal Legend, action adventure metallaro con Jack Black come protagonista. Alla manifestazione parteciperanno anche ospiti internazionali come Shigeri Ohmori e Kazumasa Iwao di Game Freak, rispettivamente produttore esecutivo e ideatore delle battaglie dei videogiochi dedicati ai Pokémon. Altro ospite di rilievo è sicuramente Bob Roberts, Design Director di Monolith Productions per La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra. Roberts ha iniziato la sua carriera in Nintendo e da più di 10 anni è in Monolith Productions dove ha lavorato alla produzione e al design di diversi titoli negli anni. Sabato 30 settembre presenterà La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra durante la Milan Games Week Conferenze, alle 16.00 al Centro Congressi in Sala Gemini.

Il calendario di Milan Games Week è davvero fitto di tantissimi eventi, e non mancano ovviamente zone dedicate allo shopping, dove trovare solitamente ottime offerte per portarsi a casa console e giochi a ottimi prezzi, ma anche aree dedicate ai libri, boardgame, cosplayer e YouTuber, per una fiera che può regalare un weekend di intrattenimento a tutta la famiglia (per le quali sono disponibili pacchetti di ingresso dedicati). Per tutte le informazioni, come il costo del biglietto (15 euro al giorno, ma ci sono sconti per bambini e per gli abbonamenti per tutto il weekend) e la mappa degli espositori, potete visitare il sito ufficiale.

Con Huawei anche la ricarica diventa “smart” (e incredibilmente veloce)

Lo smartphone è sempre più al centro della vita quotidiana di tutti, sia lavorativa che personale, e spesso e volentieri permette un grandissimo risparmio di tempo. Per questo motivo, nella scelta di un nuovo dispositivo, uno dei fattori nevralgici, al netto di schermi fantastici e fotocamere in grado di sembrare quasi delle reflex, dovrebbe essere sempre la durata della batteria. Per quanto sempre siano più capienti in termini di mAh e i produttori di smartphone tentino in tutti i modi di ottimizzare lo sfruttamento di una carica completa per farla durare almeno un giorno di lavoro intenso, è chiaro che fra App all’ultima moda, connessione internet e un uso smodato del dispositivo le batterie sono messe sempre a dura prova, tanto che il mercato dei power bank (i caricatori portatili supplementari) è davvero florido. Da questo punto di vista, probabilmente, il mercato dei dispositivi mobile soffre anche un po’ di pigrizia dal punto di vista tecnologico, nella misura in cui spesso la ricerca spesso si focalizza su novità più appariscenti, considerati selling point di maggior interesse. Per questo motivo è molto interessante la nuova tecnologia sviluppata da Huawei, chiamata SuperCharge technology, che prova ad aggirare il problema in maniera intelligente: in smartphone sempre più sottili e dotati di schermi molto grandi, è impossibile aumentare la capacità delle batterie, però la tecnologia permette di farle ricaricare molto più velocemente.

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I primi smartphone a essere dotati di SuperCharge sono il Mate 9 e il P10 (anche in variante Plus), che riescono a recuperare la carica necessaria per un uso quotidiano completo in soli trenta minuti, e dunque ideale anche per una rapida ricarica in pausa pranzo. Rispetto alle tradizionali formule di ricarica rapida, quelle per intenderci, che di solito sono indicate con il fulmine sui power bank o le prese a muro, però, SuperCharge non fa affidamento sull’aumento del voltaggio, per un motivo molto semplice: aumentare l’intensità della corrente elettrica fa sì ricaricare più velocemente lo smartphone, ma costringe il telefono a convertire l’energia ricevuta per allinearla al voltaggio della batteria, in maniera tale da evitare danni, e per farlo, ovviamente il dispositivo tende a surriscaldarsi, e c’è sempre il rischio di una dispersione elettrica. Per questo motivo, normalmente, durante le tradizionali fast charge sarebbe meglio, a scopo precauzionale, non tenere tra le mani lo smartphone e aspettare che si ricarichi. Con SuperCharge di Huawei la conversione non avviene, perché sia i caricatori di Mate 9 e P10 che i due dispositivi sono equipaggiati con la tecnologia proprietaria Smart Charging Protocol (SCP) che in pratica permette alla corrente di essere trasmessa alla massima velocità possibile senza incrementi di voltaggio. In pratica, nel giro di 30 minuti, rispetto a una ricarica rapida tradizionale, che fornisce poco più di 1000 mAh, il super caricatore di Huawei permette alla batteria di recuperare più di 2000 mAh senza surriscaldamento, e in piena sicurezza. Il segreto, dunque, sta nella “comunicazione” tra caricatore e smartphone, che sostanzialmente si riconoscono, permettendo la trasmissione di corrente ideale in base al modello di cellulare. Sì, perché l’altro aspetto interessante è che tutti i caricatori che supportano la tecnologia SCP sono “smart” tanto quanto i dispositivi che ricaricano, e riconoscono il modello di smartphone collegato, gestendo al meglio la ricarica, senza nessun rischio di dispersione di corrente o problemi di incompatibilità.

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Per questo motivo, l’universo di SuperCharge è in rapida espansione, e Huawei ha deciso di estendere l’uso del protocollo SCP anche ai power bank, con un modello da 10000 mAh (più di tre ricariche complete) sottile ed elegante, e un caricatore da automobile che si adatta all’accendi sigari. Se a questo aggiungiamo che il P10 è anche un dispositivo fantastico per caratteristiche, grazie alla doppia fotocamera con ottiche Leica, il riconoscimento facciale 3D e a un comparto tecnico di fascia alta, se cercate un nuovo smartphone di fascia alta, con il top gamma di Huawei potete anche essere sicuri sotto il profilo della batteria e della sua ricarica.

Il futuro degli smartphone per Apple: iPhone X e iPhone 8 presentati ufficialmente

All you need is love. L’apertura dell’Apple Special Event è tutta per Steve Jobs, il suo amore per l’azienda, per le persone che ci lavorano e per la sua visione. Nella splendida cornice dello Steve Jobs Theatre, nuovo auditorium costruito nel nuovo campus di Apple, ribattezzata “astronave”, Tim Cook ha cominciato ricordando qual è la mission aziendale, ovvero cambiare il mondo attraverso prodotti tecnologici innovativi. Per farlo, però, l’azienda non può non essere inconsapevole del mondo in cui viviamo, e dunque l’apertura dedicata alle vittime dell’uragano Irma, insieme a un caloroso invito a donare, è sembrata opportuna e il clima di amore che un’intro doverosa e sicuramente apprezzabile, inserita in quella che è la presentazione del nuovo campus, interamente green ed ecosostenibile. Il concetto è quello di mettere il brand prima dei numeri, per una conferenza che antepone l’annuncio ripensamento degli spazi aziendali e degli store (in arrivo un nuovo spazio a Milano!) alle solite statistiche sul venduto, per un’operazione in linea con lo spirito storico dell’azienda.

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Inutile dire che Apple, però, è i suoi prodotti, e l’evento di stasera aveva un solo grande obiettivo: presentare i nuovi iPhone, ovvero l’aggiornamento di iPhone 7 e il nuovo, (quasi), misterioso modello. I nuovi smartphone di Cupertino, di cui si conosceva già (quasi) tutto tranne il nome prima del keynote, si sono fatti attendere un’ora, ma non hanno deluso, e hanno riservato anche qualche novità.

iPhone 8

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Due, come previsto i modelli, per un parco di dispositivi supportati che, per la prima volta nella storia di Apple arriverà a ben cinque modelli ben distribuiti per fasce di prezzo. La prima novità è il nome del primo dei due iPhone presentati oggi. Apple abbandona la generazione intermedia e passa, dopo un anno, da 7 a 8, ma, pur nascondendosi dietro la motivazione di un apparente cambio di design, in realtà iPhone 8 (e 8 Plus) è esattamente un aggiornamento di iPhone 7. Stesso form factor, praticamente stesse dimensioni (differenze di 0,1 mm in altezza, 0,2 mm di larghezza e spessore) e un peso leggermente superiore dato dall’unica, vera, grande novità: il retro in vetro, come iPhone 4 (per la gioia di chi fa cadere spesso il telefono, insomma), scintillante e bellissimo, per quanto obiettivamente fragile. Il motivo era abbastanza chiaro, ovvero il supporto della ricarica wireless, impossibile con il retro in alluminio. Insieme ad iPhone 8 arriverà infatti AirPower, base di ricarica ufficiale che supporta, come iPhone 8, lo standard Qi, quello più utilizzato (per intenderci, è lo stesso delle cover di Ikea) e dunque più compatibile con dispositivi di terze parti. In sostanza, anche l’iPhone potrà essere ricaricato poggiandolo sulla base posta sul comodino. Una soluzione a cui Apple arriva tardi, ma che era sicuramente richiesta a gran voce dagli utenti.

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Le altre novità di iPhone 8 non sono da sottovalutare, ma rientrano nel logico aggiornamento dell’hardware, con un nuovo processore a 6 core, chiamato A11 Bionic, apparentemente più veloce del 70% rispetto ad A10 e in grado di utilizzare una rete neurale dedicata per migliorare le performance di calcolo. Nuova anche la fotocamera, o meglio, migliora la gestione via software di audio e video grazie a sensori aggiornati, in grado di analizzare costantemente il quadro per offrire regolazioni automatiche migliori. In assenza di confronti diretti, però, due le novità che fanno gola ai fotografi da smartphone: il nuovo flash quad-LED con Slow Sync (più preciso e naturale), e la nuova modalità Light Portrait disponibile solo su iPhone 8 Plus, ovvero una sorta di modalità scena all’interno del Portrait Mode, che sfrutta la coppia di nuovi sensori non solo per sfocare lo sfondo dietro il soggetto a fuoco, ma anche per controllare la luce, evidenziando il soggetto in primo piano e scurendo, fino a far scomparire nel buio totale, tutto ciò che è dietro. Impressionante nella demo sul palco, ma chiaramente da verificare nell’uso quotidiano. Per gli amanti dei video, invece, iPhone 8 consente di registrare video 4K fino a 60fps e gli amanti delle slow motion saranno felici di sapere che la registrazione a 240 fps è stata estesa fino ai 1080p, per una maggiore risoluzione e nitidezza in fase di rallenti. I prezzi? iPhone 8 (in tagli da 64 e 256 GB) sarà disponibile a partire da 839 euro, l’8 Plus (64GB e 256 GB) a partire da 949 euro, entrambi prenotabili a partire dal 15 settembre e in uscita il 22 dello stesso mese.

iPhone X

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Inutile dire che il piatto forte della serata è stato lui, l’attesissimo primo iPhone a schermo intero. Si chiama iPhone X, secondo copione, ma non si pronuncia “ex”, ma proprio “ten”. Dieci, come gli anni di iPhone. Un nome che rompe la consecuzione del naming dello smartphone di Cupertino, per la seconda volta nella stessa serata, e che forse darà qualche grattacapo in futuro per i prossimi modelli, ma che resta affascinante. D’altronde è effettivamente l’iPhone più nuovo dai tempi del primo, talmente avanti concettualmente da sembrare quasi uno smartphone potenziale, più che attuale, e il prezzo, per certi versi, lo dimostra, con la versione da 64 GB venduta a 1189 euro e quella da 256 a 1359 euro. Prezzi altissimi, per uno smartphone che però è esteticamente splendido. In termini di design siamo dalle parti di 7 e 8, con un mix di vetro e alluminio elegante, presentato nelle sole colorazioni grigio siderale e argento, che mette in evidenza lo schermo da 5,8″ Super Retina, il primo pannello OLED su dispositivi portatili Apple, dalla risoluzione di 2436 x 1125 pixel a 458 ppi (la più alta mai raggiunta da iPhone), per una nitidezza senza precedenti e dall’ampia gamma cromatica. Eliminando qualsiasi forma di cornice il risultato è quello di avere un campo visivo simile a quello di iPhone 8 Plus ma con dimensioni leggermente superiori a quelle di iPhone 8, in un mix di praticità e visibilità. Se l’hardware è assolutamente comparabile a quello di iPhone 8 (solo la batteria è migliore, con due ore di durata supplementari), con lo stesso processore ad alimentarne le operazioni, iPhone X è destinato a cambiare radicalmente le abitudini degli utenti Apple attraverso la scomparsa del tasto home, non implementato neanche in forma virtuale, e soprattutto del Touch ID, impossibile da industrializzare e implementare a costi accessibili (benché ne esista già un brevetto). Dunque, per tornare alla home bisognerà scorrere il dito dal basso verso l’alto (swipe) in un movimento fluido, mentre interrompendo lo stesso gesto si accede al pannello del multitasking. Alternativamente, è possibile tenere premuto il tasto laterale (quello di blocco) per accedere a Siri e chiederele di visualizzare la home. Nuova anche la gesture per cambiare velocemente App, visto che sarà possibile effettuare uno swipe laterale nella parte bassa dello schermo per spostarsi tra le applicazioni aperte. Cambia posizione anche il centro di controllo, adesso richiamabile con uno swipe dall’alto verso il basso, mentre non è stato mostrato come accedere alla schermata di notifiche e ricerca. Destabilizzante, di certo, ma anche un modo nuovo per interagire con uno smartphone in grado di riconoscerci con uno sguardo.

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Face ID, infatti, è la tecnologia che sostituisce Touch ID, ed è davvero, almeno sulla carta, qualcosa di potenzialmente rivoluzionario. Nell’unico alloggiamento frontale non coperto dallo schermo, infatti, sono presenti una serie di sensori: profondità, luce ambientale, proiettore, oltre ovviamente alla fotocamera standard da 7 MP e quella infrarossi. Tutti insieme permettono allo smartphone di riconoscerci attraverso la tecnologia TrueDepth, in grado di proiettare una rete di oltre 30mila punti sul nostro viso e coglierne l’unicità, apparentemente in qualsiasi condizione. Non è ancora chiaro se, come con il Touch ID con le diverse dita, sarà possibile impostare alcuni preset di look (con cappello, occhiali, sciarpa), ma la promessa di Apple è quella di un riconoscimento immediato per sbloccare lo smartphone, e utilizzare gli stessi servizi connessi al protocollo di sicurezza con le impronte digitali, che saranno immediatamente compatibili con il nuovo standard. L’altra applicazione per Face ID, al momento, è quella delle Animoji, ovvero delle emoticon in 3D in grado di assumere le nostre espressioni in tempo reale, da inviare agli amici sotto forma di smiley o di video registrato. Chiaramente, abbonderanno le applicazioni per i filtri in stile Snapchat e Facebook che mascherano il viso, e tutto sommato il momento in cui l’ottimo Craig Federighi ha parlato assumendo la forma della poop emoticon è stato quello più basso di tutta la presentazione, insieme a quello in cui Face ID ci ha messo un attimo di troppo a riconoscerlo. Ironia a parte, Face ID è una tecnologia davvero potente, ma al momento averla solo a disposizione per sbloccare il telefono e inviare emoticon personalizzate sembra quasi un spreco. Tra le altre novità di iPhone X c’è, chiaramente, quella di una fotocamera frontale che eredita i benefici di avere un sensore di profondità accanto, e dunque arriva la modalità Ritratto anche per i selfie, con tanto di Portrait Light come iPhone 8. Proprio come l’altro modello presentato, anche iPhone X supporta la ricarica Qi e, di fatto, rappresenta il modello davvero top-gamma della linea Apple. Sarà disponibile a partire dal 3 novembre, ma le prenotazioni partiranno dal 27 ottobre. Prima di passare a tutto il resto, ecco un agile recap delle differenze tra 7, 8 e X direttamente dal sito di Apple, già aggiornato con tutti i dispositivi.

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REALTÀ AUMENTATA

Discorso a parte per la realtà aumentata: la scelta di Apple di presentare le nuove App su iPhone 8 significa, di fatto, che tutta la famiglia iPhone potrà godere delle meraviglie della realtà aumentata, ma gli usi pratici sono ancora soltando suggeriti e non dimostrati: bella l’idea di poter avere informazioni in tempo reale su atleti in campo durante una partita inquadrandoli con la fotocamera, ancora meglio puntare lo smartphone al cielo e avere la guida al cielo stellato in tempo reale, ma l’unica live demo sul palco è stata quello del gioco The Machines di Directive Games, che proietta virtualmente sul tavolo di casa uno scenario che possiamo esplorare muovendo fisicamente lo schermo, dove sono disposte diverse armate con cui possiamo interagire. Impressionante la grafica mossa dal motore grafico Unreal Engine 4, ma qual è il valore aggiunto della realtà virtuale su un titolo del genere? Probabilmente nessuno, se non mostrare il potenziale di un AR Kit che resta spaventosamente alto, ma di cui vorremmo vedere un uso più concreto, o anche più originali del classico boardgame strategico che si sviluppa nel nostro salotto.

APPLE WATCH SERIES 3

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C’è spazio però anche per l’Apple Watch, presentato come l’orologio più venduto al mondo e, forse in maniera troppo ottimistica, come strumento in grado di cambiare la vita degli utenti. Nuove caratteristiche per la terza serie dello smartwatch, tra cui l’interessante analisi costante del battito cardiaco, adesso sempre i sovrimpressione con statistiche aggiuntive sulle variazioni e il recupero dopo lo sforzo, con lo smarwatch in grado di capire se c’è un eccessivo lavoro del cuore in assenza di attività fisica. La vera novità del nuovo modello è però la versione Cellular, inizialmente purtroppo non disponibile in Italia, che rende Apple Watch totalmente indipendente dall’iPhone, in grado di garantire sempre tutto l’accesso all’universo Apple e soprattutto effettuare anche chiamate. Come ci riesce? Attraverso un chip che emula la SIM, utilizzandone i dati senza dover essere fisicamente presente all’interno del dispositivo. Una tecnologia, questa, importantissima, che una volta autorizzata dai carrier di tutto il mondo potrà essere utilizzata anche per i tablet e, perché no, per i futuri smartphone. Dal punto di vista delle prestazioni, il nuovo Apple Watch migliora tutto, con più potenza ed efficienza grazie a watchOS 4. Non mancano nuovi cinturini e neanche la versione non Cellular, che sarà disponibile immediatamente anche nel nostro paese. I prezzi? Interessanti, visto che il modello base parte da 379 euro. Negli States, il Cellular parte da 399 dollari, che fa ipotizzare un prezzo italiano, se mai arriverà da noi, di 429 euro circa. Anche in questo caso, la disponibilità è a partire dal 22 settembre con ordini aperti il 15.

APPLE TV

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Arriva anche la nuova Apple TV, con il supporto ai contenuti in 4K e HDR e due processori A10 X, che consentono la gestione dei flussi in altissima risoluzione. Immediatamente disponibili, ovviamente, i film dal catalogo di iTunes, con prezzi uguali per le versioni 1080p e 4K, e al lancio anche l’App di Netflix sarà immediatamente supportata, mentre arriverà in seguito quella di Amazon Prime Video. Belle le integrazioni con la TV via cavo, ma si tratta di servizi specifici per alcune nazioni, ma non per l’Italia. In chiusura è stato presentato Sky, nuovo gioco di thatgamecompany, studio di sviluppo conosciuto per il celeberrimo Journey, esclusiva PS3 e PS4, un titolo poetico che racconta di un viaggio in una terra sconosciuta. Sky unisce la sensibilità per il viaggio al concetto di multiplayer collaborativo, e sembra la summa di tutto quello che lo studio di Jenova Chen ha fatto finora, ovvero titoli semplici da giocare, per tutta la famiglia, e in grado di comunicare in maniera empatica con gli utenti. Arriverà su Apple TV, ma potrà essere giocato anche su iPad.

Tutto il meglio (e il peggio) dell’IFA di Berlino 2017

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Nel mondo dei gadget e della tecnologia il rientro dalle vacanze coincide sempre con uno dei più grandi eventi dell’anno, ovvero l’IFA di Berlino, la più importante fiera euorpea dedicata all’elettronica che ieri ha aperto i battenti alla Messe Berlin e che fino al 6 settembre ci mostrerà uno spaccato di futuro immediato e più remoto di tutto il mondo della tecnologia di consumo. Insomma, con buona probabilità, sullo showfloor della fiera tedesca, dalle TV agli smartphone, passando per i wearable più particolari, c’è il nostro prossimo desiderio da acquisto compulsivo.

SMARTPHONE

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A Berlino c’è sicuramente il Galaxy Note 8 di Samsung per la sua prima uscita europea dopo l’evento di lancio a New York a mostrarsi in tutto il suo opulento splendore da phablet, ma a rubargli un po’ la scena c’è sicuramente LG con il suo V30, uno splendido smartphone da 6″ con schermo OLED da 18:9, un appariscente retro glossy e una fotocamera da urlo. Interessante anche la proposta di Motorola, oramai sotto l’egida Lenovo, con i suoi Moto X4 e Moto z2 Force Edition. Il primo è un cellulare di fascia media (449 euro) leggerissimo, solido, che si carica in maniera rapidissima e ha la particolarissima fotocamera con Landmark Detection1 (in pratica, perfetta per scannerizzare documenti). Z2 Force Edition invece è un dispositivo high-end, da 900 euro, top gamma a tutti gli effetti. Processore octa core, 6 GB di RAM e GPU Adreno dedicata, ma soprattutto, un po’ come Goldrake, gli si possono applicare componenti, chiamati Moto Mods, per ampliare le sue funzioni: videocamera a 360°, un grip per farlo diventare console portatile, un potente altoparlante stereo, un videoproiettore o una batteria supplementare sono soltanto alcuni dei Mods presentati per uno smartphone davvero rivoluzionario.

TV

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Parlare di TV negli ultimi anni è abbastanza relativo, nella misura in cui tutti i top gamma OLED hanno, di fatto, tutti lo stesso pannello LG. Philips però a Berlino si è distinta per provare ad accontentare un po’ tutti, estendendo la sua gamma OLED con la sua serie 9, una TV che sembra fluttuare tanto che è sottile, e che è generosamente accompagnata da una soundbar potente e che promette, tramite il nuovo processore P5, immagini sempre più belle. Purtroppo non si conosce il prezzo, ma è chiaro che non sarà esattamente economico, e con un interessantissimo POS9002 in commercio a un prezzo “onesto” di poco superiore ai 2000 euro, la serie 9 sarà forse per pochi fortunati. Philips però pensa anche a chi vuole seguire la via più green dei Quantum Dots, e ha proposto due interessanti modelli da 55″ e 65″ che sfruttano la nuova e sostenibile tecnologia degli LCD a punti quantici. Infine, se proprio avete almeno 10000 euro da spendere, potreste pensare di acquistare Beovision Eclipse con soundbar Bang & Olufsen, con pannello 4K da 55″ o 65″ di super qualità e iper sottile, ma non fa il caffè.

SMART HOME

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Se gli smartphone e le TV sono bellissime, ma non emozionano più i nostri animi tecnologici, l’Internet delle cose ci sta regalando molte più soddisfazioni. Impossibile non partire dagli altoparlanti intelligenti, con Sony (LF-S50G) e Panasonic (GA10) che si sfidano nel proporre un dispositivo elegante, che faccia gli onori di casa con il supporto pieno all’assistente di Google, ma che soprattutto offra una qualità del suono simile a quella di un vero impianto ad alta fedeltà, per un prezzo che si aggira intorno ai 200 euro. Tra i due, preferiamo quello di Sony, perché è water proof e può soggiornare felice accanto al lavabo. Sempre in tema audio, impossibile non citare un grande ritorno per tutti gli audiofili, con la resurrezione del celebre giradischi Technics SP-10, che guadagna una R nella sigla diventa un meraviglioso oggetto di rame e alluminio in grado di abbinare la qualità costruttiva di un tempo a un suono pazzesco. Prezzo non ancora disponibile, ma a occhio non costerà pochissimo. A vincere la categoria è però LG che pensa davvero al nostro benessere, con il suo armadio LG Styler, in grado di lavare a secco, stirare ed asciugare i vestiti, e con LG TWINWash, una vera e propria lavatrice smart, perché rendere le cose noiose automatizzate dovrebbe essere la prima priorità di ogni compagnia tecnologica.

AMICO ROBOT

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Citando l’automazione non si può non parlare anche di robot, e all’IFA ce ne sono tanti. Impossibile non partire da quelli di Star Wars, perché alla fine le robe “inutili” attirano sempre di più di quelle che servono davvero a qualcosa. Sphero ha portato a Berlino la nuova collezione di androidi telecomandabili dal nostro smartphone: R2D2 e BB-9E (il droide malvagio!) sono pronti a conquistare i nostri cuori tanto quanto BB-8. Sempre sferico è l’Educational Partner di Panasonic, un robot protipo pensato per essere un compagno di giochi e apprendimento per i bambini tra i 3 e i 6 anni. A proposito di apprendimento, Sanbot, robot della compagnia cinese Qihan, ha presentato a IFA un robot che sembra un po’ un pinguino, ma che in realtà apparentemente potrebbe imparare qualsiasi cosa da i lavori domestici alle tecniche di difesa personale. Difficile credergli, ma segnatevi il nome che nel caso ve l’avevamo detto. Nel mare magnum di robot di varia natura, però c’è Neato Botvac, un robot per le pulizie che permette di configurare attraverso una mappa virtuale le pulizie di casa e, soprattutto, si integra con Google Home, Alexa e… Facebook, così potete avvisare i vostri amici che la casa e pulita e può ospitarli.

WEARABLE

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Il 2017 segna anche il ritorno dei wearable, croce e delizia della tecnologia degli ultimi anni. A farla da padrone è Fitbit, che ha presentato il suo primo vero e proprio smartwatch (dai 300 euro in su), Fitbit Ionic con tanto di OS proprietario, app store, batteria che dura quattro giorni, abilità di effettuare pagamenti contactless e, ovviamente, tutte le funzioni delle classiche fitness band. Molto belli anche i nuovi Samsung Gear Sport, che si affiancano agli ottimi Gear S3 per un’offerta di smartwatch che unisce grande ricercatezza estetica e ottime funzionalità. Sempre in tema di orologi smart, da segnalare anche i nuovi Garmin Vivoactive 3 (che integrano un sistema di pagamento contactless) e Diesel Android Wear (che invece sono semplicemente vistosi). Passando a wearable di tutt’altra natura, da segnalare l’asciugacapelli indossabile (!!) Profi Care di CVC, che vi trasforma in Alien, però garantisce un’asciugatura perfetta senza torturare i capelli. Se, invece, volete sbarazzarvi del doppio mento, Rio ha portato a Berlino un massaggiatore in grado di tonificare la zona con sedute di 60 secondi. Insomma, non c’è più nessuna scusa per avere un mento trascurato!

VR

La realtà virtuale, o anche la realtà mista, sono sempre la grande promessa delle fiere degli ultimi anni, e a IFA è stata presentata forse l’applicazione definitiva. Si tratta di Star Wars Jedi Challenge, un setup da 199 euro con visore e controller a forma di spada laser che ci permette di diventare guerrieri Jedi e sfidare i più iconici personaggi della saga di Guerre Stellari. Passando alla realtà mista, ovvero quella che tramite visori un po’ più discreti di quelli della realtà virtuale ci permette di interagire su due piani di esistenza per un uso (forse) più concreto della tecnologia, da segnalare due setup interessanti da parte di Lenovo (Explorer) e Asus. Costano tra i 350 e 450 euro, non richiedono sensori esterni e dunque sono più facilmente configurabili di HTC Vive e Oculus Rift, ma ne riprendono il design e offrono pieno supporto per la piattaforma Microsoft Mixed Reality. Quello di Asus si fa preferire per l’uso di materiali anallergici, antibatterici e anti sudore, e dunque perfetto per la condivisione. Poi certo, il visore ha anche una risoluzione di 3K per 90Hz, utilissimi per contrastare la motion sickness.

TUTTO IL RESTO

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Ovviamente c’è dell’altro, come HOLO 360 di Acer, una fotocamera 360° iper compatta, Ultra HD e che non ha bisogno del PC per condividere i file sui social o a uso e consumo di un visore VR. Sempre Acer ha presentato un nuovo Chromebook da 15″ in alluminio dalle ottime prestazioni e dal prezzo di circa 400 euro. Interessante anche la proposta di Olympus con la fotocamera mirrorless entry-level E-M10 (a partire da 650 euro circa), dal design retro e dalle caratteristiche interessanti, come la registrazione di video in 4K, stabilizzazione ottica di alto livello e la possibilità di scattare sia come un professionista che attraverso modalità social-ready. Avete bisogno di una tastiera elegante e con un twist interessante? Logitech ha presentato The Craft, sottilissima, bellissima, e con un controller analogico in stile ruota del volume che si configura da sola con la suite Adobe e Windows Office e permette di regolare gli slider e scorrere le opzioni in maniera comoda e precisa. Infine, c’è da segnalare anche la stampante 3D a colori di XYZprinting dall’affascinante nome da Vinci. Un modello compatto, da scrivania, facilissima da utilizzare e dai costi relativamente contenuti per quello che offre: 3500 dollari la stampante, 65 dollari a cartuccia e 35 dollari per ogni rocchetto di filamento di materiale plastico. Insomma, perfetta se volete costruire a casa le miniature perfette per i vostri giochi da tavolo. Forse ancora troppo costo per quello, vero?

E infine, qualche cartolina da Berlino grazie alle foto del nostro amico Paolo Cupola (in aggiornamento).

Intesa Sanpaolo e-Football Cup: un torneo di PES tutto italiano con 5000 euro in palio

Manca meno di un mese alla Milan Games Week 2017, la più importante manifestazione italiana dedicata ai videogiochi, che si terrà a Fiera Milano Rho dal 29 settembre al primo ottobre, e sono al via le prime iniziative connesse all’evento. È il caso della Intesa Sanpaolo e-Football Cup, un torneo di Pro Evolution Soccer che dopo una prima fase online, si svolgerà all’interno delle più belle filiali del gruppo, rinnovate nel segno della condivisione e della trasparenza.

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Il torneo è frutto della partnership istituzionale tra Intesa Sanpaolo e l’evento milanese, e da oggi comincia la seconda fase della competizione nella sede di pazza Cordusio a Milano, che ospita nella sua area living le postazioni di gioco. Dopo Milano seguiranno altre 7 tappe nelle sedi di nuovo layout della banca: Torino, Vicenza, Piacenza, Lucca, Bari, Cagliari e Bergamo che apriranno le porte ai giovani appassionati in vista della finalissima del 30 settembre presso la Personal Gamer Arena di MGW durante la quale il primo gruppo bancario italiano assegnerà agli 8 finalisti un premio di 5000 euro.

Queste le parole di Andrea Lecce, responsabile della direzione Marketing della Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo: “L’iniziativa di oggi testimonia la volontà di Intesa Sanpaolo di confermarsi come banca di riferimento per i giovani e le loro passioni. In questa cornice, le filiali bancarie, mettendo a disposizione dei clienti i propri spazi, si riscoprono luogo insolito di intrattenimento e partecipazione. La trasformazione degli spazi, infatti, rispecchia una nuova modalità di accoglienza che vogliamo esprimere ai clienti sul nostro territorio”.

Il 12 settembre sarà il giorno di iPhone 8

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Il 12 settembre sarà il giorno del nuovo iPhone, che si chiami 8 o meno. Il Wall Street Journal, infatti, ha confermato che Apple sta organizzando un evento per la presentazione di nuovi dispositivi hardware. Inutile dire che immediatamente i due prodotti nuovi indiziati per essere presentati sono proprio il nuovo smartphone di Cupertino e anche Apple Watch 3. Secondo Mashable nei prossimi giorni l’evento sarà ufficialmente annunciato, con inviti spediti entro il cinque settembre che sveleranno anche il luogo della presentazione, che potrebbe non essere quella usuale. Negli ultimi due anni, infatti, Apple ha tenuto gli eventi di iPhone nel Bill Graham Auditorium di San Francisco ma il decimo anniversario di iPhone potrebbe essere l’occasione per inaugurare il teatro intitolato a Steve Jobs all’interno del nuovissimo Apple Park, la sede dell’azienda ribattezzata “Astronave”. Ma cosa c’è da aspettarsi dal nuovo iPhone? Abbiamo provato a raccogliere tutti i rumor più sensati intorno al nuovo smartphone di casa Apple, in attesa di essere smentiti (o meno) dalla presentazione del 12 settembre.

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Innanzitutto il nome, visto che molti sostengono che, dato il decennale del prodotto e la carica di novità che si porterà dietro, non si chiamerà 8, ma Apple inaugurerà, di fatto, una nuova linea di smartphone. I nomi più accreditati sono Pro, Anniversary Edition o X, con Pro che appare l’ipotesi più in linea con quanto fatto negli ultimi anni da Apple. Certo, c’è pure un’ipotesi di rebranding totale, con il semplice nome iPhone a indicare una nuova generazione di dispositivi, proprio come accaduto con MacBook e iPad nel 2015. Una scelta che, però, ha il rischio di confondere troppo le idee ai clienti, per cui gli analisti sostengono che Apple proverà a comunicare, anche attraverso il nome, il concetto novità e di elitarietà, per quello che dovrebbe essere lo smartphone più costoso di tutti i tempi. Sì, perché il New York Times ha parlato di un prezzo base di 999 dollari (in Italia probabilmente di 1159, come accade con MacBook Air) per il modello da 64 GB, e dunque destinato a essere anche più alto per i tagli superiori. Il prezzo da pagare per entrare nel nuovo mondo di iPhone è alto, ma, sempre secondo i rumor, il salto in avanti in termini sia di concetto che di prestazione dovrebbe essere notevole: il form factor parrebbe essere quello scelto anche da Samsung ed LG per i modelli di punta, e dunque uno smartphone edgeless dallo schermo 18:9 da 5,8 pollici, consentendo di avere un dispositivo meno ingombrante dell’attuale iPhone 7 Plus ma con lo schermo più ampio. Quello che sappiamo quasi per certo, almeno stando al firmware di HomePod, la cassa intelligente di Apple al cui interno c’è traccia di un iPhone mai apparso sul mercato, è la presenza delle due fotocamere posteriori disposte in senso verticale e, soprattutto, il riconoscimento facciale per sbloccare il dispositivo, con un sensore 3D a prova di sicurezza che non può essere ingannato da una foto e in grado di dare una risposta fulminea in qualsiasi posizione. Tornando ai rumor che non hanno trovato ancora conferma, invece, ma che riguardano sempre il sensore di riconoscimento facciale, pare che il nuovo iPhone sarebbe in grado di interpretare le espressioni dell’utente, in maniera da regolare il comportamento delle notifiche a seconda del fatto che stia o meno guardando lo schermo. Il formato edgeless, invece, probabilmente sancierà la fine del Touch Id come lo conosciamo, che potrebbe essere spostato sul retro, mentre il comparto sensori dello smartphone lo renderebbe perfetto per la mixed reality, che d’altronde Apple sta spingendo a partire da giugno dopo aver consegnato ARKit agli sviluppatori, ovvero il kit ufficiale per la realizzazione di applicazioni che sfruttano la combinazione tra la nostra realtà e quella virtuale. Quanto tutto questo sarà vero non possiamo saperlo con certezza, ma, a quanto pare, lo scopriremo entro due settimane.