Benvenuti nel Museo del Fallimento, dove muoiono i sogni dei grandi brand
In Svezia il Museo del Fallimento mentre in mostra i più clamorosi errori commessi sul mercato dei grandi marchi di ogni settore compreso quello hi-tech
Anche le grandi aziende non sempre hanno ottime idee. Moltissimi prodotti ottengono un riscontro praticamente nullo da parte del mercato nonostante promettano di portare un importante balzo tecnologico. Il 7 giugno ad Helsingborg, in Svezia, è stato inaugurato il Museo del Fallimento, dove è possibile ammirare oltre 50 oggetti che si sono rivelati un clamoroso flop nonostante i loro creatori li considerassero una vera e propria innovazione.
“Sappiamo che circa l’80-90% dei progetti che dovrebbero essere innovativi falliscono e non leggeremo mai nulla che li riguarda. – ha sottolineato Samuel West, psicologo 43enne e curatore del Museo del Fallimento – Se c’è qualcosa a cui questi fallimenti servono e la possibilità di imparare da essi“. In questa particolare esposizione possiamo ammirare prodotti come la prima console per il gaming lanciata da Apple o il Fire Phone di Amazon, la cui produzione è stata sospesa ad appena 18 mesi dalla presentazione ufficiale. Non potevano ovviamente mancare i Google Glass, il cui sviluppo pare oggi segua un corso molto diverso rispetto a quello previsto all’origine, il Betamax di Sony oscurato dal VHS e TweetPeek, un dispositivo la cui unica funzione era quella di accedere a Twitter.
“Io credo genuinamente che la nostra società sottovaluti il fallimento. – ha detto West in un’intervista a NBC News – Siamo troppo ossessionati dal successo“. E’ il caso di Apple Newton, il primo palmare prodotto dall’azienda di Cupertino e presentato nel 1993. Se la Mela non avesse fallito con questo prodotto probabilmente otto anni dopo non avremmo mai visto iPod e successivamente iPhone.